sabato 17 marzo 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS ! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 16/03/12


INDICE

Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it

LETTERA A MONTI. ESPULSO DALL'OSSERVATORIO PERCHÉ CRITICO. PROF. ANGELO TARTAGLIA. IL MANIFESTO 6 MARZO 2012

Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

COMMENTI DI ANGELO TARTAGLIA SULL'INTERVISTA A PASSERA

Aldo Mancuso aldo.mancuso@asf.toscana.it

A PROPOSITO DEI CONTROLLI SULLA SICUREZZA CHE IL GOVERNO VUOLE CANCELLARE

Arezzo Alessandra alessandraarezzo@hotmail.com

NON CHIAMATELE MORTI BIANCHE: RICORDO DEL 14 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI RUGGERO TOFFOLUTTI ROMA 18 MARZO

Malavidas malavidas@libero.it

CAJARA UNITA 2012

COBAS SC Ravenna cobasravenna@libero.it

RAVENNA: UN NUOVO INCIDENTE AL PORTO DUE GIORNI DOPO IL MORTALE

COBAS SC Ravenna cobasravenna@libero.it

LA RETE DI RAVENNA RILANCIA LA MOBILITAZIONE

Circolo Telecomunicazioni Roma circolotlc@hotmail.com

COMITATO 5 APRILE: ASSEMBLEA CONTRO INSICUREZZA NELLE SCUOLE IL 29 MARZO XI MUNICIPIO

Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com

OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO

-----------------------

From: Grillo Peppone grillo@macchinistiuniti.it

To:

Sent: Tuesday, March 06, 2012 11:34 PM

Subject: LETTERA A MONTI. ESPULSO DALL'OSSERVATORIO PERCHÉ CRITICO. PROF. ANGELO TARTAGLIA. IL MANIFESTO 6 MARZO 2012

Egregi Cittadini Italiani.

Ho letto la lettera del Prof. Angelo Tartaglia uscita su “Il Manifesto” di oggi.

http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6707/

Il 4 novembre 2011, come cittadino, sono andato al Politecnico di Torino per ascoltare le ragioni del SI e del NO al TAV Torino – Lione.

Al seminario ha partecipato anche il Prof. Marco Ponti.

CONFERMO QUELLO CHE SCRIVE IL PROF. TARTAGLIA, RIGUARDO ALL’ANALISI COSTI – BENEFICI DELL’OPERA.

Anche il Prof. Marco Ponti potrà confermare che quella sera i rappresentanti del SI al TAV hanno dichiarato che era una questione di poche settimane se non di giorni, per rendere pubblica questa benedetta analisi costi – benefici.

Come cittadino che deve contribuire al costo dell’opera, ritengo mio Diritto avere la possibilità di essere informato sull’analisi costi – benefici cui facevano riferimento i rappresentanti del SI al TAV la sera del 4 novembre 2011.

Buona Vita a tutti.

Cittadino Giuseppe Grillo

LA LETTERA PUBBLICA DEL PROF. ANGELO TARTAGLIA

Illustrissimo Sig. Presidente del Consiglio, ho ascoltato e poi letto le sue dichiarazioni riguardo al Tav e vorrei provare a scriverle pubblicamente, come pubbliche sono state le sue parole. Io sono stato membro dell'Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione fino alla fine del 2009. Dopo tale data il governo decise di escludere dall'Osservatorio le amministrazioni comunali che non dichiarassero a priori di accettare l'opera. Fino ad allora l'Osservatorio aveva raccolto una considerevole mole di documentazione, valsa tra l'altro a sfatare la leggenda dell'imminente saturazione della linea storica, ma non aveva mai discusso l'utilità e la rilevanza economica della nuova ferrovia.

La motivazione addotta allora dal presidente dell'Osservatorio per questa mancata discussione era che l'analisi costi-benefici sarebbe stata fatta in seguito, in presenza di una progetto esecutivo.
Dall'inizio del 2010 il compito del nuovo Osservatorio, depurato delle voci critiche, è stato esclusivamente quello di occuparsi del come fare la nuova linea e non dell'accertarne l'utilità.

Peraltro il commissario di governo e presidente dell'osservatorio ha anche affermato in televisione qualche giorno fa che i comuni interessati dalla nuova opera sono solo due, omettendo di dire che nel nuovo osservatorio ce ne sono molti di più e anche del tutto estranei a qualsiasi versione della costruenda linea. La sua affermazione, inoltre, si riferisce esclusivamente allo sbocco del tunnel internazionale. Ora è chiaro che se l'intervento dovesse limitarsi al solo tunnel di base la capacità complessiva della linea resterebbe esattamente quella di oggi in quanto la portata di un condotto è determinata dalla sua sezione più stretta, non dalla più ampia.

Torno al problema dei vantaggi e degli svantaggi. Nel luglio del 2009, in occasione di un incontro con i sindaci della valle, svoltosi presso la prefettura di Torino, l'allora ministro Matteoli affermò che sulla base di studi in suo possesso la linea storica si sarebbe prestissimo saturata. Non essendo in quella sede consentito ai tecnici di prendere la parola gli scrissi subito dopo pregandolo di far pervenire all'osservatorio gli studi su cui si basavano le sue affermazioni, visto che l'osservatorio stesso non ne era a conoscenza e anzi era arrivato a conclusioni opposte. Dopo alcune settimane mi arrivò una risposta burocratica di poche righe, ma nessuno studio o documento. Il 4 novembre 2011 si svolse, al Politecnico di Torino, un seminario pubblico sull'utilità o meno del Tav Torino-Lione. In quella sede due esponenti dell'osservatorio (di cui ormai non facevo più parte) fecero affermazioni in merito all'economicità dell'opera che sarebbe stata comprovata dall'analisi costi-benefici effettuata da quell'organo tecnico. Sollecitati o a rendere esplicite le loro argomentazioni o a produrre lo studio cui si riferivano, dissero che non lo facevano per correttezza in quanto l'analisi costi-benefici aveva avuto qualche ritardo tecnico ma stava per essere resa pubblica Quattro mesi dopo (venerdì scorso) Lei ha dichiarato che l'analisi costi-benefici mostra l'utilità dell'opera e che sarà presto pubblicata.

Capirà che un osservatore neutrale potrebbe trovare singolare che per un'opera proposta ormai più di vent'anni fa, e con tutto quello che sta succedendo, una analisi costi-benefici non sia ancora stata resa pubblica. Molti trovano anche curioso che per un'opera di tale rilevanza l'analisi tecnico-scientifica circa vantaggi e svantaggi venga fatta dopo aver assunto la decisione e non prima di assumerla. Io vorrei vivissimamente pregarla di utilizzare tutta l'autorità di cui dispone per far sì che effettivamente l'analisi costi-benefici venga pubblicata in tempi brevissimi e naturalmente anche che possa essere sottoposta ad esame critico tra pari, come è uso che avvenga negli ambienti scientifici. Lei ha il vantaggio di non aver bisogno di ricorrere a fiumi di parole roboanti e vaghe, come è vizio della politica corrente, e ha le competenze per cogliere la rilevanza e fondatezza delle argomentazioni che le vengono prospettate. D'altra parte credo che si renda perfettamente conto che, data la storia e le premesse di questo problema, non è possibile venirne a capo in termini di ordine pubblico. La prego, consenta a tutti di riportare questa vicenda sui binari della razionalità, senza sconti e senza presupposti. Grazie”

Angelo Tartaglia

Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia, Politecnico di Torino

-----------------------

From: Gino Carpentiero ginocarpe@teletu.it

To:

Sent: Wednesday, March 07, 2012 10:56 PM

Subject: COMMENTI DI ANGELO TARTAGLIA SULL'INTERVISTA A PASSERA

Il prof. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino confuta il ministro Passera sulla mancata risposta al rapporto costi/benefici.

Scommettiamo che la Stampa (giornale della famiglia Agnelli ) non lo pubblica?

Saluti
Gino Carpentiero

COMMENTI ALL’INTERVISTA DEL MINISTRO CORRADO PASSERA ALLA STAMPA

La Stampa ha pubblicato in data 6 marzo una intervista di due pagine al ministro Passera sul TAV Torino-Lione, il cui succo sta nel titolo “La Tav è utile e strategica per il futuro dell’Italia”.

In questo “dialogo”, sempre privo di interlocutori, vorrei fare una serie di osservazioni nel merito alle affermazioni attribuite al ministro. Naturalmente, sempre in nome di un “dialogo” che è esclusivamente un monologo, non posso che affidare le mie osservazioni a quei canali che sono disponibili per diffonderle e di cui in genere non fanno parte i grandi mezzi di comunicazione.

Seguirò il filo delle domande rivolte al ministro dall’intervistatore (Luigi La Spina) e per forza di cose sarò molto conciso e mi atterrò agli aspetti tecnici.

Nella prima domanda l’intervistatore afferma che “la realizzazione di una grande opera è in tutto il mondo vista con favore”, non specifica però quale sia il “tutto il mondo” cui si riferisce né su quali elementi si basi la sua affermazione alla quale non si può che attribuire un carattere ideologico.

Nella risposta il ministro afferma che il governo ha effettuato “un riesame completo del progetto”. Da questo esame “molto approfondito” è emerso che l’opera “è necessaria, utile e strategica” .

Il ministro in tutta l’intervista non riporta un solo elemento fattuale che possa comprovare le sue affermazioni, ma torna a citare, nella risposta alla terza domanda, una “analisi molto approfondita dei costi e dei benefici che l’Osservatorio ha promosso”. Si può comprendere che una intervista poco si presti a snocciolare dati e cifre, ma rimane il fatto che a tutt’oggi l’approfondita analisi costi/benefici continua a non essere pubblica. C’è da chiedersi se non sia coperta da segreto di stato in analogia con i terreni recintati e presidiati in Valle di Susa che sono stati proclamati di interesse strategico nazionale come le basi militari.


Più oltre il ministro afferma che l’attuale progetto è molto migliore di quello del 2005, ma per quanto riguarda il tunnel di base, l’opera centrale e di massimo costo, il progetto è pressoché identico a quello del 2005. La novità è la stazione di Susa, ma per tutto il resto della linea vi è ben poco per giudicare se sia meglio o peggio di quella del 2005.

Il ministro poi afferma che col 2006 “c’è stato un fondamentale cambio di rotta grazie al lavoro svolto dall’Osservatorio”. Non menziona il fatto (forse non lo conosce) che dall’inizio del 2010 dall’Osservatorio sono stati esclusi i tecnici che rappresentavano i comuni che non dichiaravano a priori di accettare la nuova linea. Che un buon modo per evitare le obiezioni sia quello di allontanare coloro che le fanno è, se posso dirlo, discutibile, ammesso che ci sia un luogo dove discuterne.

Nella seconda domanda l’intervistatore osserva che “alcuni oppositori, tra cui anche tecnici ed esperti universitari, ritengono l’opera inutile”. Non riporta nessuno dei motivi per cui i suddetti “tecnici ed esperti universitari” sono contrari, in questo seguendo la linea del suo giornale che non ha mai pubblicato le motivazioni critiche di merito nei confronti dell’opera.

Il ministro risponde con una serie di affermazioni non nuove, nessuna delle quali è circostanziata. Dice che l’opera “inserisce il nostro Paese nella rete europea dei trasporti”, ma l’Italia è già inserita in tale rete attraverso le infrastrutture esistenti tanto è vero che il traffico merci ha continuato a crescere (crisi a parte) lungo gli assi Nord-Sud, mentre calava sull’asse Est-Ovest. Afferma che “alcune regioni fondamentali… soffrono di gravi svantaggi competitivi a causa di infrastrutture obsolete”, ma non mi è mai capitato di vedere uno studio che mostrasse (non dico dimostrasse) che i concretissimi problemi dell’industria italiana dipendessero da infrastrutture ferroviarie inadeguate piuttosto che dal costo del lavoro, dalla farragine burocratica e dall’obsolescenza, questa sì, dei processi produttivi e delle tecnologie.

Continuando il ministro afferma che la galleria esistente “già 100 anni fa era considerata inadeguata” trascurando il fatto che la linea è stata ammodernata e potenziata a partire dagli anni 70 (del 900 non dell’800) e che si stanno ultimando i lavori di potenziamento del tunnel attuale per consentire il passaggio di carri con contenitori navali.

Più oltre dice che si abbattono i costi, ma una analisi di detti costi non è reperibile in alcun luogo. Se ci si riferisce ai costi sopportati dagli spedizionieri occorre considerare, cosa di solito completamente ignorata, che sia in Francia che (fino ad oggi) in Italia le merci non viaggiano sui binari dell’alta velocità ma sulle linee ordinarie. Per questa ragione le motrici dei treni merci non richiedono una alimentazione a 25.000 Volt, tipica delle reti ad alta velocità. Il tunnel di base che si vorrebbe realizzare sotto le Alpi sarebbe peraltro a standard da alta velocità quindi con alimentazione a 25.000 Volt. Di conseguenza per attraversarlo i treni merci dovrebbero dotarsi di motrici politensione che includano i 25.000 Volt, oltre che di carri adatti ai binari dell’alta velocità; motrici e carri inutili per il resto del viaggio. Per altro le motrici, come i carri, dovrebbero essere a carico dello spedizioniere. Non credo che queste voci siano state calcolate fra i costi per l’utilizzo della linea e credo molto improbabile che gli spedizionieri siano disponibili ad accollarsi questo prezzo per una tratta di 57 km su complessivamente un migliaio di chilometri di viaggio.


Il ministro afferma ancora che con la nuova linea si raddoppia la capacità. In realtà il progetto che il governo ritiene di realizzare prevede la sola costruzione del tunnel di base e di continuare per il resto a usufruire della linea esistente. In questo caso è chiaro che la capacità della linea rimane esattamente quella di oggi, perché, come chiunque può facilmente comprendere, la portata di un condotto è determinata dalla sua sezione più stretta non dalla più ampia. Per avere il raddoppio della capacità occorre costruire tutta la linea, ma questo completamento, è dato di capire, è differito di almeno 30 anni e probabilmente di più: nel frattempo il tunnel resterebbe sotto-utilizzato. Se fosse vero che la solidità economica del nord-ovest dipende dalla capacità della linea, allora resteremmo in condizioni di marginalità ancora per alcuni decenni e per di più dopo aver investito ingenti risorse in un’opera che non potrebbe essere utilizzata pienamente, continuando ad ospitare, con costi di gestione ben più elevati, un traffico al più pari a quello che potrebbe transitare oggi sulla linea storica.


Questa realizzazione parziale (prima fase, la chiama il ministro) è rilevante anche per quanto riguarda i costi dell’opera. Il ministro, nella risposta alla settima domanda, ricorda che si tratta, a carico dell’Italia, di 2,7 miliardi, cifra determinata a valle di un contributo europeo “fino al 40%”. In realtà del contributo europeo è fissato il tetto, non ancora l’entità, che dipende da parecchie cose e dal numero totale di progetti da finanziarsi in Europa. In ogni caso la cifra citata dal ministro si riferisce al solo tunnel di base e alla stazione di Susa, ma, come abbiamo visto, in questo modo l’opera è monca e potrebbe produrre gli effetti indicati come sua motivazione solo una volta completata. Insomma l’impegno economico a carico dell’Italia è quello relativo a tutta la linea nuova fino al raccordo a Settimo con la Torino-Milano. La spesa viene differita, non ridotta. D’altra parte è chiaro che, comunque vadano le cose, l’avere alle spalle un tunnel costoso e sottoutilizzato verrebbe addotto come forte motivazione per il completamento dell’opera, quale che ne sia il prezzo.

Nella quarta risposta il ministro afferma che “la valle sarà alleviata da un eccesso di trasporto su gomma”. Sarebbe interessante poter avere visione degli studi ed analisi di mercato che gli consentono una tale affermazione perché stando ai modelli previsionali elaborati dalla stessa LTF e facenti parte dei quaderni dell’osservatorio (prima della sua fase “riservata”) risulterebbe che se il flusso complessivo di merci salisse quanto richiesto per dar senso alla nuova linea crescerebbe anche il traffico su strada, solo che crescerebbe un po’ meno di quello in ferrovia. Peraltro studi SITAF pubblicati nel 2009 dicono che poco più del 50% del traffico di automezzi pesanti lungo la valle è a raggio medio-breve, cioè tale da non essere interessato alla ferrovia.

Il ministro ricorda anche che “il collegamento con tutta l’area di Torino sarà facilitato da collegamenti metropolitani…”, risultato che si potrebbe raggiungere anche oggi, senza attendere decenni, se qualcuno investisse nella risistemazione della rete metropolitana e, in particolare, mettesse a disposizione le risorse per acquisire e mantenere in efficienza i treni necessari.

Si afferma poi l’importanza turistica della stazione internazionale di Susa. Sarebbe utilissimo poter vedere quali analisi di mercato sostanziano questa importanza. Una stazione internazionale significa consentire a passeggeri “internazionali” di salire e scendere a Susa. Resta da capire per quale motivo lo dovrebbero fare in misura significativa. Susa è una gradevole cittadina con testimonianze di un importante passato, ma sembra molto improbabile che possa di per sé dar luogo ad una capacità di attrazione rilevante. Si potrebbe pensare naturalmente al turismo invernale (e qualcuno in passato lo ha fatto), ma quel turismo ragionevolmente sarebbe interessato ad arrivare in treno a Bardonecchia o a Oulx piuttosto che a Susa dove poi dovrebbe salire su un autobus (o magari su un treno della linea storica) per raggiungere le località sciistiche.


Per completare la risposta il ministro ricorda che “per i soli cantieri” ci sarebbero “almeno duemila posti di lavoro sul territorio per molti anni”. In realtà la cifra appare sovrastimata se riferita al solo cantiere, ma ci vorrebbe qualche documento per indicare come è stata effettuata la valutazione. Il personale impegnato nello scavo di un tunnel come quello di base è in massima parte specializzato e non viene reperito “sul territorio” ma segue l’impresa per cui lavora. Per finire, l’occupazione a termine di cui si parla corrisponderebbe ad un investimento di più di un milione di euro a posto di lavoro. Gli analisti economici credo possano indicare diversi settori produttivi in cui con un milione di investimento si crea decisamente più di un posto di lavoro.

Nella quinta risposta il ministro afferma che “la maggioranza dei Comuni che si oppongono non saranno minimamente toccati dai lavori”. Il ministro fa riferimento al solo tunnel di base, non considerando la sistemazione dello smarino, mentre, come abbiamo visto, l’opera potrebbe avere un senso solo se completa e pertanto alla “prima fase” seguirebbe ineludibilmente il resto. A questo punto la geografia insegna che i comuni che si oppongono sono in massima parte direttamente toccati dalla nuova linea, mentre è certo che la maggioranza dei piccoli comuni che sono oggi in osservatorio (e hanno preliminarmente “accettato l’opera”) non sono territorialmente interessati alla nuova linea né in versione ridotta né in versione completa: il loro problema è non essere esclusi dalle eventuali “compensazioni”.

Nella sesta risposta si parla del perché l’attuale linea è sottoutilizzata e il ministro afferma che ciò è dovuto al fatto che l’attuale ferrovia “è tortuosa, costosa e non competitiva”. In realtà tutto il traffico tra Italia e Francia, sia su strada che su rotaia, è in stagnazione-calo dal 2001, mentre nello stesso periodo il traffico attraverso la Svizzera e attraverso l’Austria ha continuato a crescere. La crescita era ben presente anche prima dell’entrata in funzione del tunnel svizzero del Lötschberg (a una sola canna) e sussiste anche in assenza dei nuovi tunnel del Gottardo e del Brennero e di qualsiasi potenziamento della linea verso l’Italia a valle del Lötschberg. La crescita lungo gli assi Nord-Sud ha ragioni strutturali legate all’attestamento nei porti del Mediterraneo e alla dislocazione dei mercati; le stesse cause strutturali che mettono in secondo piano l’asse Est-Ovest.

Credo che non ci si possa più permettere a nessun livello di trattare alla leggera le motivazioni di questa opera.

Angelo Tartaglia

Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia, Politecnico di Torino

-----------------------

From: Aldo Mancuso aldo.mancuso@asf.toscana.it

To:

Sent: Thursday, March 08, 2012 12:10 PM

Subject: A PROPOSITO DEI CONTROLLI SULLA SICUREZZA CHE IL GOVERNO VUOLE CANCELLARE

PRIMATI REGIONALI (non solo porcellum ...)

In Toscana non è proprio una gran novità "l'obbligo" (per i Controllori: ambiente, alimenti, luoghi di lavoro: ARPAT & ASL) di collaborare con i "poveri" Datori di Lavoro pubblici e privati: i controllori che non sanno collaborare li cacciano ...

Che ci azzecca con la Costituzione antifascista la collaborazione tra controllore e controllato?

Che ci azzecca il richiamo alla Lealtà? L'obbligo di lealtà del funzionario pubblico è già cristallino nella Costituzione! Si dice rosso, ma si deve intendere nero?

La divisione dei Poteri è fondamento della Costituzione antifascista o una barzelletta alla Silvietto?

Cos'é il Controllo senza Autonomia e Indipendenza del Controllore? I Controllati dettano le condizioni operative ai Controllori e dobbiamo pure chiamarla applicazione della Costituzione antifascista (altrimenti si arrabbiano ..)?

Va bene la protesta delle firme, ma mi sembra lotta gradita anche a quelli che vogliono lasciare il mondo com'é facendo finta di cambiarlo (botte piena e moglie ubriaca: passione dei furbetti di tutti i colori ...): uno sguardo più attento a chi gironzola attorno a chi lotta per i Diritti dei Lavoratori non sarebbe proprio male ... (a Marco: perché tanta solerzia nella custodia della rete regionale RLS? a Dante: perché la fanfara accoglie il treno carico di stress?).

Va bene lo stimolo all'UE, senza dimenticare però che la bufala STRESS LAVORO CORRELATO (TESTO UNICO) è già stata la risposta (truffaldina) del legislatore nazionale alle sanzioni UE (quella che imponeva l'obbligo di valutare tutti i rischi lavorativi, compreso i rischi psicosociali organizzativi: proprio quello che datori di lavoro di lavoro pubblici e privati, politica e istituzioni non vogliono... ).

Dagli anni '50 i padroni pubblici e privati (sostenuti da politica, amministrazioni e parti "sociali") hanno preteso l'Esclusione dei Controllori dal Controllo dei Rischi dell'Organizzazione del Lavoro: che ci azzecca con la Costituzione antifascista escludere dagli obblighi del datore di lavoro l'obbligo di non far male alle persone dipendenti (salute psico fisica sociale) tramite le modalità organizzative del lavoro? Il datore di lavoro può "dare lavoro" solo se è in grado di tutelare i dipendenti da ogni rischio lavorativo, a cominciare proprio da quello più importante: l'organizzazione del lavoro.

La sanzione UE ha imposto l'obbligo di prevenire i rischi lavorativi connessi all'organizzazione del lavoro, il legislatore nazionale (dopo aver pagato la sanzione...) sulla carta ha dato corso a quanto dettato dall'UE (modifica dell'articolo 4 del dlgs. 626/94, 2002) inventando subito dopo lo stress lavoro correlato: preziosa misura per evitare che datori di lavoro pubblici e privati siano chiamati (dai rari controllori che applicano Costituzione e Leggi senza imbracature politiche...) a rispondere delle più comuni (abituali) violazioni ai diritti dei lavoratori.

ciao, Aldo

-----------------------

From: Arezzo Alessandra alessandraarezzo@hotmail.com

To:

Sent: Friday, March 09, 2012 8:25 PM

Subject: NON CHIAMATELE MORTI BIANCHE: RICORDO DEL 14 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI RUGGERO TOFFOLUTTI ROMA 18 MARZO

Ciao Marco,

ti invio locandina iniziativa 18 Marzo a Roma per parlare di sicurezza nelle ferrovie e dei continui attacchi a chi si batte per la tutela dei lavoratori e dei viaggiatori con Dante De Angelis e gli altri macchinisti.

Un abbraccio

Alessandra

Associazione nazionale per la sicurezza sul lavoro Ruggero Toffolutti

http://www.ruggero-toffoluttiorg/

NON CHIAMATELE MORTI BIANCHE

Ricordando il 14 anniversario della morte di Ruggero Toffolutti ucciso dall'egoismo e dall'indifferenza alla Magona (oggi Arcelor Mittal) di Piombino nel marzo1998.

DOMENICA 18 MARZO - ORE 17:00

Città dell’Altra Economia,

ex mattatatoio di Testaccio

Largo Dino Frisullo Roma

Estratto dal documentario

QUANDO COMBATTONO GLI ELEFANTI

di Simone Amendola

Insieme a Dante De Angelis per discutere dei continui attacchi contro chi si batte per la sicurezza e la salvaguardia dei lavoratori e dei viaggiatori

-----------------------

From: Malavidas malavidas@libero.it

To:

Sent: Friday, March 09, 2012 10:28 PM

Subject: CAJARA UNITA 2012

Con preghiera di diffusione

GRRRRRRRAZIE!!!

Stay Rude, Stay Rebel

FOREVER STRUMMER

Venerdi 6 Aprile 2012 i ragazzi dell’Associazione Kowalsky, lunga mano dei Filottrano City Rockers, chiamano a raccolta tutti voi per un evento davvero imperdibile: a dieci anni dalla sua scomparsa, una lunga notte dedicata solo al Minstrel Boy, al White Man In H. Palais, all' uomo dal Right Profile…

JOE STRUMMER!

(Signore della guerra Punk rock)

All’EXTRA di Recanati, dalle ore 21:00 si riuniranno le chitarre infuocate e le gole arse di tutti i

combat rockers sparsi lungo le periferie dell'Impero fino alle nostre Garageland.

A ridare volume, fiato e voce alle eternity Clash song saranno alcune fra le migliori band locali come: Border Radio, Malavida, Firesons, Malaeducacion, Luchaskalientes e Pure Marmelade insieme ad alcuni dei protagonisti dello Strummer Soul italiano che sapranno trasformare il palco in barricata e ogni canzone in un inno!

Coloro che hanno giurato di suonare e cantare la verità, tutta la verità, niente altro che la verità, come Strummer ha sempre cantato e suonato!

- MEZ insieme a NUTINI e ORLA “le due pietre rotolanti“ della BANDA BARDO’

- SIGARO, sub-comandante fior de' Parola della gloriosa BANDA BASSOTTI

- MASSIMO GHIACCI, ora e da sempre locomotiva e cuore battente dei MODENA CITY RAMBLERS

- I FRATELLI SEVERINI (i Papare' ) capibanda de LA GANG

- CLASH TOWN agli ordini del Rude Boy Gianluca Spirito, già NED LUDD.

Fra gli invitati RINGO con il suo Revolver Style Dj Set

MUSICA E NON SOLO:

sarà allestita nei locali dell'EXTRA club di Recanati una MIRABILIA CLASH, fatta di dischi d’oro, vinili rari, bootlegs, posters, scalette originali dei concerti, strumenti, libri provenienti da ogni parte del mondo, fotografie ..

Molte delle tracce lasciate dalla cometa THE CLASH !!!!

“C'è a chi nella vita gli è toccato Elvis Presley e a chi Gesù Cristo, c'è chi gli è toccato San Francesco e a chi Che Guevara. A NOI c'è toccato Joe lo Strimpellatore, un grande Bandito senza Tempo !“ Marino Severini

-----------------------

From: COBAS SC Ravenna cobasravenna@libero.it

To:

Sent: Saturday, March 10, 2012 12:54 PM

Subject: RAVENNA: UN NUOVO INCIDENTE AL PORTO DUE GIORNI DOPO IL MORTALE

La grave emergenza sicurezza al Porto rende necessaria una mobilitazione che rilanci la Rete a livello locale. Seguiranno appello, notizie e appuntamenti.

Rete per la sicurezza sul lavoro

Un nuovo incidente al porto due giorni dopo il mortale: grave un operaio di 49 anni.

Ancora un infortunio al porto, due giorni dopo l'incidente mortale di martedì alla Bunge. Nel primo pomeriggio di giovedì 8 marzo, infatti, un operaio di 49 anni ha riportato un trauma rachide cervicale in un incidente verificatosi alla ditta Laghi Giampaolo Sas, in via del Bragozzo, zona porto San Vitale.

L'uomo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale di Ravenna dove i medici, dopo un primo momento in cui le sue condizioni non sono parse gravi, si sono riservati la prognosi.

Rete per la sicurezza sul lavoro Ravenna

tel. 339 89 11 853

e mail:

cobasravenna@libero.it

bastamortesullavoro@domeus.it

visita il blog:

http://bastamortesullavoro.blogspot.com/

-----------------------

From: COBAS SC Ravenna cobasravenna@libero.it

To:

Sent: Monday, March 12, 2012 2:10 PM

Subject: LA RETE DI RAVENNA RILANCIA LA MOBILITAZIONE

Troppi infortuni, troppe morti sul lavoro, dilagano precarietà, moderno schiavismo per i lavoratori immigrati, nocività per i lavoratori e inquinamento per i cittadini, amianto, biodigestori, diossina nel latte materno.

Una guerra quotidiana a cui bisogna rispondere unendo tutte le energie presenti in questa città.

Noi della Rete per la sicurezza sul lavoro pensiamo che non sia un problema di regole ma del primato del profitto. I controlli nei luoghi di lavoro sono diminuiti o addomesticati con la complicità di tutti i governi (oggi ci sta pensando Monti con l'articolo 14 del D.L. 5/2012, decreto "semplificazioni") mentre si allunga l'orario di lavoro, aumentano i ritmi, viene frazionato tutto il processo produttivo con la catena di appalti e subappalti al massimo ribasso, vengono estesi sempre più i contratti precari che aumentano l'insicurezza sul lavoro.

E poi parlano di cultura della sicurezza!

Il giudice Riverso ha mosso delle critiche alla politica locale che, invece di interessarsi dei parcheggiatori abusivi, che si occupi di sicurezza per i lavoratori (e della difesa dell'articoli 18).

Una denuncia che, come Rete, condividiamo in pieno ma che è necessario estendere anche alle responsabilità delle istituzioni e dei sindacati confederali, facenti tutti parte di un sistema con al centro il profitto, dove la sicurezza dei lavoratori è agitata solo dopo i fatti tragici.

Dopo l'impressionante catena di infortuni che portano Ravenna tra i primi posti delle città dove si muore di lavoro, invece che interventi per migliorare la situazione, ci troviamo davanti la solita arroganza del potere politico, in particolare del vicesindaco Mingozzi, sempre attento alle questioni legate ai profitti dei padroni del Porto, che afferma: “un giudizio sprezzante e parziale che la politica ravennate e le istituzioni non meritano". E quali sarebbero i fatti che dovrebbero farci cambiare opinione?

Del resto, coerentemente, il suo stesso partito, il PRI al governo dell'amministrazione locale, si è astenuto persino su un ordine del giorno al consiglio comunale per chiedere a sindaco e giunta la costituzione di un osservatorio sulle politiche del lavoro!

Siamo stanchi di vuote commemorazioni di istituzioni e confederali che agitano la strage della Mecnavi solo per fini propagandistici, per distogliere l'attenzione dall'emergenza sicurezza al Porto e negli altri luoghi di lavoro.

La concertazione al Porto, con il "protocollo sicurezza", non ha fermato gli infortuni. Quali sono i "positivi risultati" del lavoro del RLST (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del sito) previsto dal "protocollo sicurezza" se si verificano lo stesso molti infortuni?

Chi vigila sull'applicazione del "protocollo" se i sindacalisti sono allo stesso tempo quadri tecnici/caporali e se al Porto non è stata ancora eliminata la vergogna dell'agenzia interinale Intempo che ha mandato a morire Luca Vertullo?

La Rete di Ravenna rilancia la mobilitazione su questi temi a partire da un incontro che stiamo preparando.

Per adesioni:

Rete per la sicurezza sul lavoro Ravenna

tel. 339 89 11 853

e mail:

cobasravenna@libero.it

bastamortesullavoro@domeus.it

visita il blog:

http://bastamortesullavoro.blogspot.com/

--------------------

From: Circolo Telecomunicazioni Roma circolotlc@hotmail.com

To:

Sent: Thursday, March 15, 2012 12:12 PM

Subject: COMITATO 5 APRILE: ASSEMBLEA CONTRO INSICUREZZA NELLE SCUOLE IL 29 MARZO XI MUNICIPIO

Il Comitato 5 Aprile per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro organizza una

ASSEMBLEA CITTADINA CONTRO L'INSICUREZZA NELLE SCUOLE

il giorno 29 MARZO 2012 dalle ore 16.00 alle 19.00

presso la Sala consiliare dell'XI Municipio

in via Benedetto Croce 50 a Roma

Parteciperanno, lavoratori, genitori, studenti, associazioni e sindacati: USI, Coord. Precari, Unicobas, USB, ANIEF, COBAS, CUB, SISA, GLC Cgil

Partecipate e fate partecipare!

Saluti,

Daniela Cortese

CONTRO L’INSICUREZZA NELLE SCUOLE

ASSEMBLEA CITTADINA DI LAVORATORI (comunali e statali) DAGLI ASILI NIDO ALLE SCUOLE SUPERIORI, GENITORI, STUDENTI, SINDACATI e ASSOCIAZIONI

GIOVEDI’ 29 MARZO 2012

DALLE ORE 16 ALLE 19 PRESSO LA SALA CONSILIARE DELL’XI MUNICIPIO

IN VIA BENEDETTO CROCE 50

ROMA

(con parcheggio interno)

Sono invitati a partecipare anche le OO.SS. dei comparti scuola e enti locali: USI, COORDINAMENTI PRECARI, UNICOBAS, USB, ANIEF, COBAS, CUB, SISA, FLC CGIL.

Per raccogliere segnalazioni di disfunzioni, disservizi, inadempienze e violazioni delle norme, a partire dal sovraffollamento della classi, dovuti ai tagli ai finanziamenti e alle scelte dei vari governi, si utilizzerà, anche per la richiesta dei materiali predisposti, l’email:

segnala.scuola@gmail.com

COMITATO 5 APRILE

Snodo romano della Rete nazionale sulla sicurezza e salute sul lavoro

presso sede USICONS - LARGO VERATTI 25

Fax 06/77201444

E mail romana:

comitato5aprile@gmail.com

E mail nazionale:

bastamortesullavoro@gmail.com

--------------------

From: Carlo Soricelli carlo.soricelli@gmail.com

To:

Sent: Thursday, March 15, 2012 6:42 PM

Subject: OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO

Dal primo gennaio ad oggi 15 marzo sono morti 97 lavoratori sui LUOGHI DI LAVORO e 193 se si sommano i lavoratori morti sulle strade e in itinere.

Nell'ultimo mese, dal 15 febbraio al 15 marzo sono morti 50 lavoratori sui luoghi di lavoro, quest'anno sembrava di vedere finalmente un'inversione di tendenza, ma purtroppo il calo registrato in precedenza era dovuto alle nevicate che impedivano i lavori all'aperto.

I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO sono per il 29% in agricoltura, il 27,4% in edilizia, il 12,3% nei servizi, l'8,9 nell'industria. Oltre l'11% sono stranieri. Il 23,5% hanno un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 33% ha più di 51 anni. L'8,9% meno di 30 anni.

E' sempre la provincia di Brescia con 6 morti, come negli ultimi anni, a guidare la triste classifica delle province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO, con la regione Lombardia che ha già 15 morti. Seguono l'Emilia Romagna con 7 morti, con la provincia di Bologna con 3. Il Piemonte ha 6 morti e la provincia di Torino 3. Anche il Veneto ha 7 morti come la Toscana, senza contare le vittime del Giglio. Campania 6 morti, lazio 5 con Frosinone che ha già 3 morti. Rispetto lo stesso giorno del 2011 registriamo un calo del 26% che però non deve ingannare: con il maltempo e le forti nevicate di febbraio i lavori all'aperto sono stati sospesi per un lungo periodo.

Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010.

Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell' 1-1 e 3-1-2011 dell'Osservatorio.

Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali

Carlo Soricelli

http://cadutisullavoro.blogspot.com

Nessun commento: